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Exit strategy: come e quando pianificarla.

Contrariamente a quanto si possa pensare non si tratta di una soluzione ad un fallimento, piuttosto un’opportunità
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Contrariamente a quanto si possa pensare non si tratta di una soluzione ad un fallimento, piuttosto un’opportunità, un elemento fondamentale che deve essere considerato fin dall’inizio della redazione di un business plan e che può portare a successi futuri.

Al momento di definire una exit strategy, le startup innovative hanno davanti a loro una serie di tipologie tra cui scegliere.

1) Merger & Acquisition (M&A)

Indica solitamente la fusione con una società simile o l’essere acquistato da una società più grande. Questa è una soluzione WIN-WIN per entrambi i casi: nel primo le due società possono acquisire competenze complementari, nel secondo è il metodo di crescita più veloce e semplice.
Esempio: Facebook ha acquistato WhatsApp.

2) Lanciarsi nel mercato azionario: l’IPO.

Letteralmente “initial public offering”, è una strategia d’uscita che può essere profondamente vantaggiosa, specie se la startup ha raggiunto un buon livello di maturazione; con l’ingresso nel mercato azionario, con questa exit strategy la società inizia a vivere dei capitali degli azionisti, che possono essere attori istituzionali, pubblici o privati, i quali possono anche entrare nel CdA della società quotata.

3) Vendita completa della società

Non si tratta di un M&A poichè l’acquisto avviene da una persona fisica e la società rimane attiva e uguale a prima della vendita. C’è solo un passaggio di proprietà. Questa può essere una buona strategia di monetizzare, pagando gli investitori, il team di lavoro e voi stessi.
Esempio: UFC (Ultimate Fighting Championship) comprata da Frank e LorenzoFertitta.

4) Acquihires

Deriva dalla fusione delle parole “acquisition” e “hiring” ed è un diverso tipo di acquisizione molto comune nella Silicon Valley. In questo caso l’acquirente non è tanto interessato al prodotto in quanto tale, ma piuttosto al team che lo ha realizzato; per l’acquirente si tratta a tutti gli effetti di investire sul talento delle persone.

La exit strategy va attentamente pianificata anche avvalendosi di professionisti in grado di supportare l’imprenditore: le banche figurano ormai tra gli attori più ascoltati dalle comunità di “startupper” e da chi ha intenzione di avviare imprese innovative. L’exit strategy dovrebbe essere sottoposta a verifica ad ogni revisione annuale del business plan e del budget. Costruire una exit strategy significa sviluppare una visione, ma anche strutturare un processo articolato che prende il via dall’elaborazione di un piano d’azione nel quale individuare i target potenziali, selezionare quelli più interessanti, decidere come presentare l’offerta, negoziare i termini dell’affare e concludere.

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