Nell’era digitale, essere presenti in rete è ormai un’esigenza imprescindibile per ogni realtà commerciale (e non) che vuole essere competitiva in un mercato sempre più complesso da gestire e decifrare.
Per diverse startup italiane e altre e attività in procinto di affacciarsi nel mondo degli affari, la diversificazione del loro business è un’esigenza impellente. Spesso chi inizia a muovere i primi passi nell’imprenditoria deve poggiare i piedi su basi solide, compreso l’e-commerce.
Il commercio elettronico
Con e-commerce ci si riferisce all’insieme delle transazioni per la commercializzazione di beni e servizi tra un produttore (offerta) ed il consumatore (domanda), che viene realizzato tramite internet. Il ministero dell’industria lo definisce come: “Lo svolgimento di attività commerciali e di transazioni in via elettronica comprendenti attività diverse quali la commercializzazione di beni e servizi per via elettronica, la distribuzione online di contenuti digitali, l’effettuazione per via elettronica di operazioni finanziarie in borsa, gli appalti pubblici per via elettronica e altre procedure di tipo transativi della Pubblica Amministrazione” [Circolare Ministero Industria Commercio e Artigianato giugno 2000, n. 3487/C]. Più comunemente si definisce l’e-commerce come la vendita e l’acquisto di beni e servizi attraverso internet ricorrendo a server sicuri. Entrano in gioco appositi protocolli che crittografano i dati sensibili dei clienti contenuti nell’ordine d’acquisto allo scopo di tutelare il consumatore. Spesso vengono utilizzati carrelli elettronici e servizi di pagamento online, come le autorizzazioni per il pagamento con carta di credito.
Le opportunità
Ricordiamo ai soggetti che desiderano intraprendere questa avventura che in alcune regioni sono a disposizione anche agevolazioni e finanziamenti. Per questo motivo vi consigliamo di consultare i continui bandi lanciati da Regioni e Camere di Commercio territoriali per rendersene conto. Cimentarsi nel commercio elettronico vale in ogni caso la pena. Noi di STARTUPS.IT siamo dell’avviso che una startup che non considera ancora le prospettive di guadagno offerte dalla rete si preclude di fatto il raggiungimento di una consistente (e spesso inesplorata) fetta di mercato. Vendere i propri prodotti o servizi in rete può infine essere una valida alternativa per quelle imprese che arrancano nel commercio tradizionale. Dunque, pensateci bene prima di scartare di principio quest’idea affascinante.
I numeri
Nel 2015 l’e-commerce in Italia ha visto una ripartenza della crescita che è più che raddoppiata sull’anno precedente, arrivando al 19%, e facendo raggiungere un fatturato di commercio elettronico attorno ai 29 miliardi di Euro. Questa crescita, tuttavia, arriva soprattutto dai retailer esteri entrati in Italia con campagne pubblicitarie aggressive, oltre che da marketplace come Amazon, che è responsabile della crescita importante che ha visto il settore dei centri commerciali on line. La percentuale di piccole e medie imprese che vende online è relativamente contenuta. Ciò nonostante stiamo assistendo ad un forte interesse delle imprese, in particolare del Made in Italy e della grande distribuzione, che si sono rese conto delle grandi opportunità che il digitale può offrire in un momento in cui i fattori recessivi stanno mettendo in discussione i modelli di business e di vendita tradizionali.
Per concludere, il mercato online sembra stia crescendo ulteriormente e la tendenza si preannuncia positiva anche per gli anni a venire, soprattutto grazie alla continua diffusione dei dispositivi mobili come smartphone e tablet che permettono di acquistare sul Web in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.